Il debutto di Hamilton in Ferrari invita al paragone con Schumacher
Il debutto di Hamilton in Ferrari invita al paragone con Schumacher
Alessandro Lombardo
Lewis Hamilton ha esordito in Formula 1 con Ferrari domenica al Gran Premio d’Australia, ma la sua prestazione non ha rispecchiato le aspettative. Dopo una qualificifica all’ottava posizione, subito dopo il compagno Charles Leclerc, il pilota britannico ha concluso la gara al decimo posto. Con una strategia di squadra più efficace e sfruttando l’intensa pioggia intercorsa verso la fine, avrebbe potuto ambire a un podio; invece, durante la gara a Melbourne si è evidenziata fin da subito la mancanza di ritmo di Hamilton.
Nonostante si debba ancora valutare la sua prima esperienza in Ferrari in modo definitivo, è troppo presto per trarre conclusioni certe. Già si profilano paragoni con Michael Schumacher, la leggenda rossonera che Hamilton ambisce a superare per eguagliare il record dei sette titoli mondiali. Da notare, tuttavia, che il modello di Schumacher a cui si fa riferimento non è quello che ha incantato sin dal suo ingresso in Ferrari, bensì quello che ha saputo riprendersi da una fase complicata in Mercedes.
Michael Schumacher was immediately quick for Ferrari
Il percorso di Schumacher risulta particolarmente interessante, poiché condivide molte somiglianze con quello di Hamilton. Ad esempio, il britannico si è adattato rapidamente alla Mercedes nel 2013, dopo il passaggio dalla McLaren, proprio come Schumacher si integrò senza difficoltà in Ferrari nel 1996, arrivato dalla Benetton. Pur dovendo affrontare un episodio in cui un guasto meccanico lo costrinse ad abbandonare la gara, il ritorno a Melbourne, con una vettura poco ispirata – la 412 T2 del 1995 – faceva intravedere i suoi eccezionali potenzialità. In contrasto, Hamilton non è riuscito a esprimere lo stesso ritmo: intrappolato dietro diverse vetture del centrocampo, è stato superato con notevole abilità da Oscar Piastri nella curva 11, una manovra che avrebbe potuto vedere il suo momento di gloria.
Inoltre, le difficoltà comunicative via radio con il suo ingegnere di gara, Riccardo Adami, destano non poche preoccupazioni. Sebbene tali attriti possano essere superati con il consolidarsi del rapporto interno al team, al momento il pilota non dispone del tempo necessario per affrontarli e risolverli definitivamente.
Michael Schumacher and Lewis Hamilton's careers overlapped between 2010 and 2012
Hamilton contro il tempo
A 40 anni, Hamilton si trova a dover ammettere che le capacità fisiche iniziano a diminuire col passare degli anni. Meno di un anno in meno rispetto a Schumacher quando ritornò in F1 con Mercedes nel 2010, il pilota britannico ha conosciuto alti e bassi sin dai suoi primi passi in Ferrari. Dopo un debutto che lo vide al sesto posto, subito dietro Nico Rosberg, la sua gara ad Australia si è conclusa al decimo posto. Nonostante si fossero prospettate ipotesi di un periodo di adattamento – addirittura Niki Lauda aveva suggerito che bastassero tre gare per trovare il giusto ritmo – l’evoluzione non è stata all’altezza delle attese. L'età sembra giocare un ruolo decisivo, poiché mantenere il livello fisico tipico dei trentenni diventa sempre più difficile: agiltà, visione periferica e altri aspetti essenziali iniziano a risentire, come ha ammesso lo stesso Damon Hill, campione mondiale nel 1996.
Valentino Rossi endured difficult years at Ducati in 2011 and 2012
Il dilemma di Valentino Rossi e Ducati
Un ulteriore aspetto da considerare è che la vettura Ferrari potrebbe non essere perfettamente in sintonia con lo stile di guida di Hamilton. Proprio come accadde a Valentino Rossi, che non riuscì a dominare la Ducati pur essendo al massimo della sua forma in MotoGP, anche Hamilton potrebbe ritrovarsi a dover fronteggiare problemi simili con il suo monoposto. Per il pilota britannico permangono numerose incertezze, anche se è ancora troppo presto per emettere un giudizio definitivo. Va ricordato, infatti, che il Gran Premio d’Australia si è corso in condizioni meteorologiche estreme, capaci di sorprendere sia i veterani che i neofiti in pista.
La prossima tappa in Cina potrebbe fornire elementi più chiari sulla direzione che prenderà la stagione di Hamilton con Ferrari, nonostante al momento il pilota abbia solo un’ora sul tracciato per mettere a punto la vettura prima di rituffarsi nel ritmo esigente di una gara sprint. Se c’è qualcuno in grado di riservare sorprese in griglia, Hamilton rimane indubbiamente uno dei candidati più interessanti.
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